Procidablues

Procidablues

venerdì 19 agosto 2011

Questa sera ospiti della Fiera del Libro 2011

E' con grande onore che questa sera "Procidablues - Ballate del mare salato" verrà presentato durante la serata conclusiva della Fiera del Libro 2011 che si terrà nella Sala Pio XII attigua al Santuario di San Giuseppe. Il nostro libro sarà presentato insieme ad "Antica Sagacia Procidana", una raccolta di proverbi, parole perspicaci, insegnamenti tratti dall’esperienza delle antiche genti di Procida che l’autrice Maria Iovine ha raccolto con cura e diviso in argomenti.
La Fiera del Libro è una delle più antiche manifestazione letterarie dell'isola e da più di cinquant'anni ospita testi e nomi importanti del panorama dell'editoria nazionale. L'appuntamento è per le 20,30 in via Giovanni da Procida alla Chiaiolella. Durante la serata si potranno ascoltare brani tratti dai due libri ed i commenti degli autori in una cornice unica nel suo genere.

lunedì 15 agosto 2011

Dalle pagine nascoste di Procidablues ecco apparire le prime ghost tracks: i vostri racconti dedicati alla nostra isola. Con cadenza settimanale, ogni lunedì (per iniziare bene la settimana), troverete una storia scritta da un amico di Procida: aspettiamo anche la tua! Mandala a procidablues@gmail.com. Buona lettura!


Ghost track n.1


Lina  Scotto di  Fasano





 

Da tempo, insieme  a Carmelina, la mia amica d’infanzia, progettavamo di ritornare giù agli scogli di “Villa Maria”, oggi “La Rosa dei Venti”, un tranquillo  residence  immerso nel  verde.
Questo luogo è stata la mia casa natia: circa cinquant’anni fa fu preso in affitto dai miei genitori. Era una semplice casa colonica, un po’ diroccata ma con  tanta campagna. In quegli anni questo pezzo di terra era un grande vigneto che costeggiava il mare. Papà  e mamma vi  lavorarono tanto ma troppo spesso  non c’era un soldo d’introito per i danni che il  raccolto subiva. Per la  sua particolare collocazione  geografica, è una terra  esposta ai forti e freddi venti che spirano da Nord,  il resto poi lo faceva la salsedine venendo su e distruggendo la semina delle  patate e delle altre colture. Così  nel giro  di  qualche anno si trovarono a vivere in  una condizione di  estrema indigenza e furono costretti  a cercare casa e lavoro altrove. Ne trovarono un’altra non tanto lontano e così insieme alle mie amichette ci tornavamo per i nostri giochi. In quella dimensione di terra  “selvaggia” e di  profumi abbiamo vissuto la nostra fanciullezza, le nostre  complicità, le piccole baruffe, i fantastici e magici bagni giù agli scogli…
Speciali  ricordi,  emozioni, che da tempo ci promettevamo di rivivere.
Così, verso la fine di settembre, in una mattinata di calma e di sole, ci siamo sentite e in un baleno abbiamo deciso. Una telefonata  a Gianni, l’attuale proprietario, che cortesemente  non ci ha negato l’esperienza…e via! Montate sulle nostre bici, abbiamo iniziato il viaggio a ritroso  per riportare al presente le semplici e intense gioie di un tempo.
Lungo il piccolo tratto di strada che ci separava da quel “magico incontro” eravamo pervase da una sensazione di  totalizzante  bellezza, ci sentivamo “leggere”, pedalavamo spedite verso quella “culla” che ci aveva fatto crescere.
 Ai nostri occhi molto di quell’ambiente ci è apparso trasformato…ma  osservando bene notammo che qualche elemento  aveva resistito, negli anni  aveva tenuto duro superando la “follia” dell’uomo che tutto distrugge per cementificare. La loro presenza  ci ha  riportate alla memoria quei pomeriggi trascorsi giù al “Cavone” (così  come lo chiamavamo noi del posto).
C’è ancora l’albero di sorbo, il castagno (che raggiungevamo attraverso il tetto della casa di Carmelina per  fare bottino dei suoi speciali frutti) ma non c’è più (per fortuna!) il grande fosso dove ci si versava di tutto e dove spesso vi scivolava il nostro pallone. Il recupero diventava così ardua impresa e, tra  qualche lacrima e un’imprecazione, finiva il nostro gioco.
La discesa agli scogli è stata rifatta e adesso si presenta comoda, mentre nei nostri ricordi era molto precaria e a tratti la si faceva stando sedute, lasciandosi scivolare pian piano fin giù, tenendo  le manine ben fissate alla terra battuta. Appena finite le scale c’è una lunga feritoia, uno strapiombo, dove non  è  consigliabile affacciarsi, almeno così tuonava l’avvertimento delle nostre mamme. Se si osa farlo, s’intravede una  sottile striscia di mare, di un blu  intenso, scuro e si ha la sensazione che vi si venga attirati. Quel posto è chiamato “a rott ri frat”. La leggenda narra che vi perirono due fratelli: il primo precipitò accidentalmente mentre raccoglieva erba,  l’altro per prestargli aiuto finì allo stesso modo. Di conseguenza  quel lembo di costa,  per noi procidani,  esercita nel tempo  un’attrazione negativa dovuta a quel remoto e disperato  grido d’aiuto che mai nessuno poté ascoltare.
Il proprietario ci ha mandato un suo dipendente per sistemarci la scaletta, dalla quale avremmo potuto fare qualche tuffo. Gli siamo state grate dell’attenzione, ma  noi non eravamo lì solo per farci un bagno, ma soprattutto per il profondo desiderio di rileggere la vita trascorsa, per respirare la spensieratezza dei tempi andati, provare le forti emozioni alla vista del nostro mare di Villa Maria… nel quale non ci tuffavamo quasi mai, ma non per l’eccessivo  “traffico”marino  ma soprattutto per il timore del  suo profondo.
Ma la natura, che crediamo benevola,  aveva pensato anche a noi e alle nostre paure.
Al centro di questa bella fetta di costa c’è un insenatura che porta acqua a due piccole vasche comunicanti, una “ci si fa piede”, l’altra, molto più profonda, ci permetteva di sguazzare  indossando un piccolo salvagente.  Anche quando il mare era molto agitato noi non lo temevamo, ci sentivamo protette. Attraverso quella insenatura, l’acqua s’infiltrava  spumeggiante e con una tale energia  che oggi  avremmo potuto dire di stare in una vasca idromassaggio.
Sdraiate sulla roccia ci guardavamo intorno: tutto era immutato, gli scogli ricoperti di cozze erano lì ad aspettarci e noi con l’entusiasmo di un tempo ci siamo messe all’opera. Di tanto in tanto una alzava il tono della voce con esclamazioni di estrema meraviglia  per averne trovata una bella grossa e subito si accendevano le immagini dei tempi andati quando con una manciata di cozze, qualche patata, un pacco di  spaghetti e qualche bicchiere d’olio di semi, trafugato dalla dispensa di  mamma, organizzavamo le fatidiche cene tra amici del vicinato. Le esperienze e i ricordi si accavallavano,  l’una suggeriva all’altra qualche aneddoto che sfuggiva. Ricordavamo che una di quelle sere l’olio era risultato pochino e le patate non le si riusciva a friggere, così mi toccò  ritornare a casa e in punta di piedi per non farmi scoprire dalla mamma, ne dovetti trafugare un altro bicchiere. E lei l’indomani si struggeva cercando di capire come e quando avesse consumato tanto olio.  Tutto questo ci meravigliava e ci faceva  riflettere su come era possibile trascorrere un serata speciale con poche e semplici cose, senza strafare o sciupare come avviene oggi.
Poi ritornavamo ad ammirare il presente. A piccole bracciate, dagli scogli di punta Faro, stavano arrivando alcune signore per fare bottino delle ignare cozze. Dava pace al cuore ammirare la loro calma e spensieratezza nell’attraversare  quello che per noi era un guado pericoloso. Emergeva il vissuto e ci rendevamo conto che avevamo ancora paura  del suo colore plumbeo, del profondo, ma anche di quella zona non esplorabile della nostra vita delle quali non veniamo a conoscenza, di quelle “ferite” con le quali non riusciamo a fare “pace”.
Erano circa le 14,30 quando riprendemmo la piccola gradinata che ci riportava su. Una breve sosta per fissare  ancora una volta quello scorcio di costa intrisa di memorie. 
Salendo strappammo alcuni grappoli di bacche rosse: era per il bisogno incessante  di portarci a casa un qualcosa del mondo antico, dal quale ancora non ci eravamo distaccate.
Ci salutammo con il desiderio di ritornarci, facendo questa considerazione: la nostra è una storia di donne  come tante, rimaste bambine spensierate ma solo nei ricordi.




Lina Scotto di Fasano, procidana, è nata il 18 aprile 1957 e collabora da sempre con l’associazione di volontariato M.A.I.A. Altri suoi scritti sono pubblicati sulla rivista Narrazioni.

venerdì 1 luglio 2011

Ballate fantasma in ordine...di apparizione...

Dopo la bonus track di Lorenza Foschini che chiude il libro, ecco arrivare su Procidablues anche le Ghost Tracks...le vedrete comparire nei prossimi giorni...
Ma ne attendiamo altre...mandate il racconto a procidablues@gmail.com...
Ricordate: nessun limitazione di genere, periodo storico, stile, etc etc ...basta che il vostro scritto sia dedicato all'isola di Procida...
Scrivetescrivetescrivete!!! E partecipate numerosi!!!!

martedì 8 febbraio 2011

A San Valentino...

...non fare chiacchiere ma regala parole...


...la cioccolata fa ingrassare, i fiori appassiscono, un vestito alla moda prima o poi passa di moda...
...un libro invece è per sempre......o forse erano i diamanti?

sabato 1 gennaio 2011

Auguri in blues...

La redazione e gli autori di Procidablues vi augurano un grandiosoproficuoentusiasmantefantasmagorico "2011 in blues" e vi invitano a brindare con loro...

 

A U G U R I ! ! ! ! !

martedì 28 dicembre 2010

Una Procida da bere

Dopo il grande successo ottenuto alla presentazione del 21 dicembre, ecco a voi il "Procidablues", cocktail delizioso realizzato per noi dalla dolcissima Angela Vorzillo (in Branchi dal 27 dicembre: AuGuRi!!!)


Ed eccovi un estratto dall' AMC (Archivio Mondiale Cocktail):
  • ALABAMA SLAMMER -  Vodka, amaretto, southern comfort, succo di arancia, granatina
  • ANGELO AZZURRO -  Gin, vodka, blue curacao
  • B52 - Bailey's, Grand Marnier, Kahlua
  • BLACK JACK - Jack Daniuel's, southern Comfort, sour, Cola
  • BLACK RUSSIAN -  Vodka, Kahlua
  • BLUE HAWAII - Rum, blue curacao, ananas
  • EXOTIC PASSION - Midori, liquore di pesca, malibù, passoa, succo ananas, sour
  • INVISIBILE - Triple sec, gin vodka, rum, tequila
  • LONG ISLAND - Gin, vodka, rum, triple sec, cola, sour
  • MAI-TAI - rum, triple sec, lime, ananas, arancia, grantina
  • MALIBU' BEACH -  Malibù, ananas, granatina
  • MARGARITA - Tequila blanca, triple sec, lime
  • MELLOW YELLOW - Rum, liquore di banana, galliano, ananas
  • ORGASMO - Cointreau, vodka pesca, batida de coco, Bailey's, blue curacao
  • PERIZOMA -  Vodka, triple sec, batida de coco, ananas, fragola
  • PROCIDABLUES - Blue curacao, martini, sciroppo di fragola
  • SEX ON THE BEACH - Vodka, midori, liq.pesca, ananas, mirtillo
Presto nei migliori (e nei peggiori) bar dell'isola...